Istanbul (‘askanews’ e ‘Il Sole 24ORE’) – Non sarà il canto del muezzin a richiamare in Oriente le tante imprese italiane attive nel settore ferroviario. Ma sicuramente i piani di investimento miliardari che paesi come la Turchia e l’Iran hanno in progetto per i prossimi anni.
Per questo una nutrita pattuglia di aziende tricolori dal 3 al 5 marzo ha partecipato all’Eurasia Rail 2016, la terza fiera al mondo per l’industria dei treni.
Grandi gruppi come le Fs e imprese più piccole come la brianzola Dot System, guidata dal presidente Luciano Scaccabarozzi. Vedi l’intervista.
“La Turchia – afferma Scaccabarozzi – dal punto di vista ferroviario è un paese in forte espansione, ma al tempo stesso ha un livello di maturità molto elevato con un’infrastruttura molto solida. Questo fa sì che i tempi di approntamento e realizzazione di nuovi progetti siano particolarmente rapidi, al livello dei paesi occidentali più evoluti”.
Le difficoltà dell’economia e le tensioni politiche stanno un po’ frenando lo sviluppo industriale, dopo anni di continua crescita. Ma gli italiani continuano a credere nel mercato turco e Dot System è tornata sul Bosforo per il secondo anno consecutivo, confidando nella chiusura di nuovi accordi. “Riscontriamo con favore la presenza di numerosi progetti d’investimento nell’ambito ferroviario, in particolare per l’aspetto materiale rotabile. Anche se, di contro, constatiamo un rallentamento del piano di investimenti nell’alta velocità. Però in questa fiera abbiamo avuto la conferma che il piano comunque andrà avanti, con tempistiche più rilassate però verrà comunque attuato”.
Se la Turchia è una realtà di business concreta, la nuova frontiera da conquistare è l’Iran. Il paese degli ayatollah ha lanciato un piano di investimenti in tutti i settori, in particolare nelle ferrovie, con 20 miliardi di dollari destinati alle infrastrutture. E Dot System ha già avviato contatti con gli iraniani, anche perchè la concorrenza internazionale sarà fortissima.
“L’Iran – sottolinea il presidente – parte da una situazione che per chi investe è sicuramente ottimale, in quanto dispone di forti capitali e di un livello tecnologico e di infrastrutture ancora abbastanza arretrato. Laddove ci sono grossi investimenti sono presenti tutte le principali aziende mondiali, ormai a questo ci si è abituati. L’importante è essere presenti, essere pronti con prodotti tecnologicamente validi, con prezzi competitivi e giocare la propria battaglia”.
Per affrontare questi mercati alle aziende, soprattutto quelle più piccole, servirebbe un sostegno più forte, da parte delle istituzioni e delle associazioni imprenditoriali, perchè nello scoprire mondi nuovi le insidie e gli ostacoli possono essere tanti, e non bastano il coraggio e l’intraprendenza da esploratori su una moderna via della seta.
“Le difficoltà commisurate alla nostra dimensione – conclude Scaccabarozzi – sono principalmente di natura legale, burocratica e procedurale. Quello di cui si ha bisogno è un supporto nel momento in cui vengono definiti i contratti, quindi un supporto di tipo legale, e ancora prima di tipo procedurale per capire come approcciare nel modo migliore il mercato”.